Il rapporto sulle biotecnologie in Italia stilato da Ernst & Young, i dati diffusi da Iban sulle operazioni condotte dai business angel, e le notizie di alcuni investimenti da parte di attori industriali e finanziari in startup innovative sono i segnali di uno scenario che sta dimostrando come nel nostro Paese l’innovazione è capace di trasformarsi in valore economico e sociale.
di Emil Abirascid
Il settore delle biotecnologie è florido, afferma il rapporto diffuso da Assobiotec, i numeri dicono che ci sono 319 imprese di cui oltre la metà startup che generano un fatturato complessivo vicino ai 7 miliardi di euro dando lavoro a circa 50mila persone. I dati relativi agli investimenti da parte di business angel nel corso del 2009 diffusi da Iban, l’Italian business angel network, sono confortanti considerando che lo scorso anno la contingenza economica generale è stata poco favorevole si sono registrati quasi 180 investimenti per un valore totale pari a poco meno di 31,5 milioni di euro, vale a dire una crescita dell’1,2% rispetto al 2008. Non pochi gli investimenti annunciati da operatori in capitale di rischio e da industrie in startup, alcuni esempi: il venture capital di Intesa Sanpaolo Atlante Venture mette due milioni di euro in Silicon Biosystems partecipando a un aumento di capitale di complessivi cinque milioni che vede impegnata anche Innogest capital; il fondo TTventure partecipato da Fondazione Cariplo, Acri, Camera di Commercio di Milano investe tre milioni di euro nell’incubatore privato M31 di Padova dove sbocciano startup nell’ambito dell’elettronica, dei dispositivi medici, della fotonica.
E ancora il gruppo di business angel Italian angel for growth (Iag) ha investito nella startup francese Senseor e in quella bolognese Biogenera; tra le operazioni di origine industriale significativa è quella di Giunti editore che ha acquisito il 20% di Simplicissimus, startup che opera nell’ambito di soluzioni e applicazioni per e-book.
Sono questi i segnali di una maturazione dell’ecosistema dell’innovazione che si fa impresa che negli ultimi anni è cresciuto, ha attraversato momenti di crisi, ha attirato sempre maggiore attenzione anche da parte del mondo industriale e istituzionale e che oggi accelera sulla concretezza portando a termine investimenti, alcuni anche di considerevole importo, e vede accendersi le prime e importantissime partnership tra mondo industriale e startup innovative. Ora è importante continuare questo percorso consolidando la tendenza e concentrando gli sforzi per favorire queste operazioni che sono il veicolo fondamentale affinché il tessuto economico del Paese possa rinnovarsi facendo leva sull’innovazione. Tutto ciò accade mentre la parola ‘startup’ è diventata una moda, si contano in numero crescente le iniziative, dai convegni ai siti web, che sono conditi con la parola startup, alcune sono di grande valore, altre meno ma è anche questo un segnale della crescente attenzione, ciò che bisogna fare è selezionare i progetti efficaci e concentrare su quelli le risorse puntando sulle iniziative che sposano la parola startup con la parola business.