Il marketing turistico nella bassa stagione

Gestire la bassa stagione è uno dei problemi principali degli operatori turistici. Avere un approccio consapevole delle possibilità e della necessità di dovere mettere in campo strumentazioni, sia pure elementari ma efficaci, è il primo passo per affrontare in ottica di marketing le specificità del settore.

 

di Pier Alberto Possati

 

Dal marketing possono venire diversi spunti per affrontare il problema della stagionalità del turismo. Per destagionalizzare l’offerta bisogna individuare esattamente quali siano i periodi di bassa stagione che, come è ovvio, cambiano per destinazioni e tipo di utilizzo del prodotto turistico.

In particolare, la bassa stagione di una località lacustre è diversa da quella di una località montana tradizionale o delle Alpi o dell’Appennino , dal grosso centro urbano di una città d’arte , oppure da una località marina.

Inoltre, per alcuni alberghi di una città la bassa stagione coincide con alcuni fine settimana , per altri alberghi è costituita dal mese di marzo o di ottobre, o da un paio di settimane a maggio o a novembre quando non esistono attività fieristiche, e così via . Occorre, quindi, mettere a fuoco i vari tipi di utenza potenziale, una volta accertati i periodi di bassa stagione.

Anche senza adoperare tecniche sofisticate di segmentazione della domanda turistica, si può provare a identificare alcune tipologie di turismi:

turismo d’affari;
turismo congressuale;
turismo religioso;
gruppi speciali che coltivano hobby;
turismo estero, con provenienza da nazioni e/o regioni con calendari di ferie elastici;
turismo interno non legato a calendari di ferie rigidi e tradizionali
turismo scolastico;
viaggi di istruzione ;
viaggi incentive;
pensionati;
terza età;
famiglie con “nidi vuoti”, cioè senza bambini, o coppie con figli diventati adulti;
famiglie con bambini in età prescolare;
viaggi di nozze (ogni anno in Italia si celebrano circa 320.000 matrimoni),
turismo associazionistico, senza date precise, ma alla ricerca di convenzioni economiche.
Una volta individuati i segmenti di mercato coerenti con la nostra struttura ricettiva, anche in funzione dei servizi e dei locali presenti, si può definire una proposta mirata da affidare alla comunicazione .

Oltre alle normali proposte, che vengono generalmente considerate consolidate, è possibile schematizzare dei temi sui quali sviluppare proposte per affrontare la bassa stagione. Quali ad esempio:

Attività: eventi, spettacoli, fiere , concerti, feste, tradizioni, sport, divertimenti.

Work shop: laboratori, (vetro grafica, gastronomia …)studio della lingua,danza.

Sport: golf, bici, passeggiate a piedi e a cavallo, raduni di mongolfiere, pesca, sport d’acqua, ritiri di squadre.

Inedito: viaggi nel tempo, avventura , escursioni originali, misteriose.,,

Cultura : musei , mostre , castelli, chiese, dibattiti, teatro , archeologia , caffè letterari, festival.

Escursioni: visite guidate, itinerari, sentieri , natura, study tours .

Salute: centri benessere, check up riposo, diete, digiuni, programmi antistress.

Gli eventi devono essere utilizzati come “argomenti di vendita” e rappresentare la piacevole sorpresa che l’ospite trova durante il soggiorno; in altre parole tutte le iniziative vanno preparate in anticipo e fatte conoscere in tempi commercialmente utili (in generale, un anno per l’altro ).

Un’altra riflessione “basilare” è che l’albergatore in bassa stagione non può limitarsi a vendere una camera con servizi o la pensione completa , …. e nulla più.

Una proposta così piatta, così normale e tradizionale , non è più in grado ora di accontentare alcuna tipologia di ospite, nemmeno quel tradizionale agente di commercio, cliente da tanti anni.

Per un approccio consapevole della gestione della bassa stagione, occorre rispettare alcune semplici ma essenziali regole generali:

posizionarsi;
la qualità come pre-condizione;
cominciare delle opportunità che esistono già nel mercato,
guardare con attenzione il calendario nazionale ed internazionale;
costruire un pacchetto prodotto,
prodotti e servizi flessibili per target diversi;
fare leva sulla creatività;
puntare sulle opportunità commerciali;
fare tesoro di esperienze nazionali o estere che hanno dato luogo a tipologie di offerte originali fondate su: agricoltura, agriturismo, archeologia, botanica, floricoltura, parchi naturali, corsi di lingua, corsi d’arte, corsi di cucina, eno-gastronomia, organizzazioni collegate a manifestazioni sportive, giovani studenti, viaggi incentive, itinerari di guerra, religione e pellegrinaggi , teatri e musica, ecc.

Dal punto di vista operativo, ciò si traduce in:

attività di ricerca;
identificazione del target;
definizione del budget;
programmazione promozionale;
definizione dei canali di distribuzione del prodotto “scelto”.
Il tutto nella consapevolezza che è indispensabile saper comunicare, nelle varie forme:

con la domanda;
con il trade;
con i media;
con gli opinion leader.